venerdì 21 novembre 2008

ASSEMBLEA E PRESIDIO

*Lunedì 24 novembre-

Assemblea, ore 17,30,

presso lo spazio occupato di Via Guzzetta,(nelle traverse di fronte le POSTE centrali,di Via Roma).

*Martedi 25 novembre-

Conferenza stampa e presidio di protesta, ore 11,00

Davanti la Prefettura di Palermo, via Cavour.

Contro le aggressioni, le provocazioni, le intimidazioni, che cercano di bloccare la lotta per il diritto alla casa a Palermo.

Contro le impunità di stato, a Genova come a Palermo.

Vogliamo denunciare come Comitato di lotta per la casa 12 luglio e come Rete sociale di sostegno un grave episodio avvenuto nei giorni scorsi. Si tratta di un’aggressione subita da un componente del comitato 12 luglio da parte di un agente di polizia, in servizio presso la Prefettura di Palermo e di successive pressioni affinché non si denunci il fatto.

Martedì scorso, 11 novembre, le famiglie occupanti l’edificio di via Guzzetta e il Comitato di lotta per la casa 12 luglio avevano organizzato un presidio sotto la prefettura per richiedere la riapertura del tavolo tecnico e l’intervento attivo del Prefetto nel ruolo di mediatore sociale.

La mattinata era trascorsa in assoluta tranquillità, con distribuzione di volantini e taglio della torta (ricorreva il primo mese di occupazione),

Ma non c’era alcun segnale di interesse da parte degli uffici. Si lasciavano passare varie ore solo per poter chiedere la convocazione di una riunione.

Finalmente si strappava alla Dott.ssa Leonardi, un generico impegno a ritentirsi in settimana per verificare la successiva disponibilità ad un incontro!!

Si valutava troppo generica la proposta e si decideva di proseguire il presidio, almeno, sino ad ottenere una data certa per l’incontro.

Passavano altre ore a vuoto, soltanto, per poter riparlare con la funzionaria….

Intorno alle 15.30 si decideva di attuare una piccolissima protesta simbolica, per sollecitare la risposta.

Non veniva bloccato il traffico, ma ci si limitava ad attraversare le strisce pedonali semplicemente per fare conoscere al resto della cittadinanza le ragioni della protesta senza però causare alcun disagio agli automobilisti.

Accade una cosa molto grave.

Un uomo appartenente al comitato, mentre attraversava la strada sulle strisce viene urtato da un’auto.

L’uomo reagisce con qualche insulto nei confronti dell’automobilista, ma non gli mette le mani addosso né gli danneggia la macchina. Risponde solo verbalmente ad un torto subito.

A questo punto, un poliziotto in servizio presso la portineria della prefettura (quindi non in servizio d’ordine pubblico) si portava in strada ed invece di rimproverare l’automobilista prendeva di peso il nostro compagno, trascinandolo fino alla guardiola oltre i cancelli, e alle sue giuste dimostranze cominciava a strattonarlo, sbattendolo ripetutamente contro la scrivania e contro le pareti.

Non si fermava neanche quando gli altri partecipanti al presidio gli urlavano che l’uomo è un invalido, appena dimesso dall’ospedale.

Quando la persona ad un certo punto si sente male, nessuno dei poliziotti chiama l’autoambulanza, che viene invece allertata da componenti del comitato. I soccorsi arrivano alle 15.55.

Qualcuno delle famiglie va con l’aggredito in ospedale, gli altri restano in via Cavour, sperando ancora di essere ricevuti da qualche funzionario, dal momento che il prefetto si è visto andare via alle 14.00.

Finalmente intorno alle 17.20 alcuni rappresentanti vengono ammessi a colloquio dal vice prefetto.

Durante l’incontro non si faceva accenno da parte dei funzionari della prefettura o della polizia a quanto accaduto poche ore prima, ma si parlava appunto del tavolo tecnico e si ribadiva l’indisponibilità da parte della prefettura di farsi mediatore per una sua eventuale convocazione.

A quel punto il presidio si scioglieva.

Il nostro amico era ancora all’astanteria del pronto soccorso dell’ospedale Civico, non poteva muoversi e in seguito ad una risonanza magnetica gli viene diagnosticato un trauma lombo sacrale ed un trauma cervicale (come si evince dai documenti rilasciati all’atto delle dimissioni.).

Resterà ricoverato per due giorni e poi sarà dimesso con una prognosi di dodici.

Nello stesso ospedale intorno alle 19.00 di mercoledì si presenta anche il poliziotto protagonista dell’aggressione. A quanto pare anche lui voleva farsi refertare !!!

Per cosa? Visto che nessuno gli ha torto un capello? Cominciano le stranezze….

Il dubbio ce lo tolgono alcuni giornalisti che dopo poche ore cominciano a chiamarci.

A quanto pare in alcune agenzie di stampa e redazioni è arrivata una telefonata da parte di una signora, che dice di avere visto alla Prefettura delle persone che prendevano a calci e pugni un poliziotto.

Sempre dai cronisti veniamo a sapere che ci sarebbero sette identificati per questa aggressione ai danni del poliziotto, benché durante tutta la giornata soltanto ad uno dei partecipanti siano stati chiesti i documenti.

Intanto una considerazione: se prendi a calci e pugni un poliziotto, non arrivano rinforzi, non si portano in questura gli aggressori, non si denunciano immediatamente, non si trattengono ?

NIENTE di QUESTO è AVVENUTO…! Come mai ?

I funzionari della Digos, accorsi sul posto, che atteggiamento mantengono…?

Serenissimo… Come mai ?

Possono ignorare un evento così grave sino al punto di consentire e sponsorizzare un incontro, come quello che si è realizzato con il viceprefetto alle 17,20 ?

Ed ancora se c’è stata un’aggressione, perché il poliziotto si reca al pronto soccorso con tante ore di distanza ?

LA VERITA’ è che la tesi dell’aggressione al poliziotto E’ STATA INVENTATA di SANA PIANTA, per tentare di coprire la VERA AGGRESSIONE e per coprire l’agente che ne è stato l’autore..!

Ma c’è di più ed è la parte più inquietante di questa misera storia…!!

Nelle giornate di venerdì e sabato alcuni di noi vengono contattati da “mediatori vari” che lasciano intendere chiaramente che è opportuno non sporgere denuncia verso il poliziotto per evitare conseguenze peggiori e per ottenere il mantenimento del dialogo sulla vertenza in corso.

Si lascia intendere che ci può essere uno scambio tra il silenzio e la positiva conclusione della vicenda- via gazzetta con l’ottenimento delle case, non soltanto per la persona che ha subito il danno, ma anche per le altre famiglie.

Nel caso di una nostra scelta per la denuncia, giacchè qualcuno chiede se abbiamo bloccato la macchina del prefetto e se abbiamo fatto un sit in in mezzo alla strada, intuiamo che è pronto il teorema che vogliono montare: il presidio avrebbe intralciato il traffico e bloccato la macchina del prefetto… a quel punto il poliziotto sarebbe stato costretto ad intervenire con la forza nei confronti di un componente delle famiglie, che avrebbero reagito prendendolo a calci e pugni.

Per una strana ed inquietante coincidenza tutto ciò avviene proprio mentre a Genova vengono assolti i capi responsabili della macelleria messicana della DIAZ, premiati con l’impunità per la loro brutalità efferata.

NOI CONDANNIAMO senza APPELLO, quelli che abusano del loro potere e usano la forza per reprimere le lotte legittime e per intimidire e ricattare, a Genova come a Palermo…

Per noi la casa è un diritto, non una concessione o un’arma di ricatto. Non accettiamo alcuno scambio.

Noi non vogliamo rivedere questo film già visto e rimandiamo al mittente le squallide proposte, decidendo conseguentemente di denunciare pubblicamente e per via giudiziaria i fatti accaduti.

CHIEDIAMO a TUTTI IL SOSTEGNO necessario.

COMITATO di LOTTA PER LA CASA 12 LUGLIO; RETE SOCIALE di SOSTEGNO.

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