mercoledì 27 maggio 2009

solidarietà ai morti sul lavoro

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-Ai Lavoratori –

Ancora morte, quello che ci danno in cambio del nostro lavoro è un misero salario, tanta precarietà, e in fine morte .

Ormai non si contano più gli appelli, le denuncie, le azioni dirette, per cercare di fermare questa strage continua di lavoratori che muoiono sul posto di lavoro, e per fermare l’ancora più subdola devastazione dell’ambiente che genera morte a lunga scadenza.

E’ necessario che, contro la stage dei morti sul e dal lavoro, così come sull’antifascismo, così come per la difesa della libertà dagli attacchi repressivi del potere politico servo del capitale, si crei un fronte unico di resistenza militante, capace di unificare l’azione di lotta per il cambiamento immediato del clima repressivo, per la ripresa e la difesa di quei diritti dei lavoratori e dei diritti sociali, che l’avventurismo e l’opportunismo politico dei tanti riformisti ha smantellato .

La Federazione dei Comunisti Anarchici Sicilia, si stringe e si unisce al dolore delle famiglie dei tre operai morti a Sarroch, si stringe a questi tre operai che hanno pagato con la vita non solo la precarietà delle condizioni di lavoro, ma,è questo ci deve fare pensare, hanno pagato con la vita un gesto nobile di solidarietà operaia, cercando disperatamente di salvarsi , l’un con l’altro, restando vittime di una triste catena di morte .

La FdCA Sicilia si unisce all’appello lanciato dalla rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, per una mobilitazione immediata nazionale di tutti i lavoratori, e rilancia la necessita di un fronte unico, per la ripresa di una nuova resistenza .

In solidarietà a tutti i morti sul lavoro, gridiamo:
“ Padroni assassini ”

Sezione “Nestor Makhno” Nissoria
Sezione “ Delo truda “ Palermo

domenica 24 maggio 2009

Comunicato di solidarietà sui fatti di Palermo del 23/5/09


I militanti della Federazione dei Comunisti Anarchici “ Sicilia” esprimono la loro solidarietà a tutte vittime del grave atto di repressione messo in atto dalla digos, durante la celebrazione dell’anniversario della strage di Capaci il 23/5/09 .

Condanniamo questo ennesimo atto repressivo, fortemente significativo di tempi di fascistizzazione che viviamo , in cui il dissenso è criminalizzato, in cui lo stato tinge di illegalità qualunque azione di riscatto o difesa sociale.

Le recenti norme del pacchetto sicurezza altro non sono che la dichiarazione dei “NON DIRITTI” , Dove si sancisce: La criminalizzazione di qualunque forma di lotta o denuncia sociale , la negazione del diritto di opporsi a leggi sbagliate e alle ingiustizie sociali .

Il padrone ringrazia il servo, oggi lottare contro le ingiustizie sociali e lo strapotere del capitalismo, è diventato, stante le leggi dello stato, ancora più difficile, ma noi non ci arrendiamo continueremo sempre a lottare per l’alternativa sociale per un mondo diverso, di donne e uomini liberi non più sfruttati ma uguali.

Allora non c’è da stupirsi che oggi uno striscione che fino all’anno scorso non dava fastidio sia preso a pretesto per metter a tacere una voce scomoda, oggi che lo stato ha pianificato come mettere a tacere l’opposizione sociale, gli organizzatori possono chiedere che sia la PS a rimuovere tanto fastidio, in barba all’insegnamento che la lotta antimafia si fa attraverso il riscatto sociale e la libertà.

Per concludere ricordiamo a tutti che su indicazione della stessa “Falcone” la digos ha violentemente rimosso lo striscione dei cobas e cercato di impedire a militanti della rete sicurezza lavoro di pubblicizzare la campagna di solidarietà nei confronti del lavoratore Palumbo, mentre ben gradiva le bandiere di “azione giovani”, il grave atto repressivo su commissione ha portato:

· al fermo di tre lavoratori cobas e alla successiva denuncia : resistenza, vilipendio alla Stato, e sanzione amministrativa per manifestazione non autorizzata, per essersi opposti alla rimozione forzata da parte della digos dello striscione con su scritto “La mafia ringrazia lo stato per la morte della scuola pubblica", striscione che da anni veniva esposto ( senza nessuna obbiezione) nella stessa occasione.
· Al ferimento durante i tafferugli di alcuni militanti del movimento, intervenuti in difesa dei militanti cobas; Al ferimento della moglie ( che per proteggere il figlioletto che stava cadendo dal passeggino si è ferita ad un braccio) del lavoratore Palumbo, licenziato dalla fincantieri per le sue denuncie come responsabile della sicurezza per i lavoratori , anche lui fortemente minacciato insieme ad altri compagni della rete sulla sicurezza nei posti di lavoro intervenuti a difesa dei lavoratori cobas.

Con tutta la nostra solidarietà di classe

Per la FdCA Sicilia
Maurizio Galici

CONTRO LA CRIMINALITÀ DEL POTERE

A diciassette anni dalla strage di Capaci, prendiamo spunto da quel drammatico evento per riflettere su quello che accadde allora e su tutto ciò che sta accadendo oggi in Italia.
Nel 1992 Giovanni Falcone divenne vittima sacrificale dagli apparati dello stato che proprio in quegli anni si preparavano a ridefinire gli assetti di potere sconvolti di lì a poco dal terremoto politico di Tangentopoli e dalla caduta dei maggiori partiti di governo.
Isolato e osteggiato dalle istituzioni che egli stesso rappresentava, così come tutti i funzionari, i magistrati o gli investigatori che negli anni sono stati ammazzati da Cosa Nostra (stessa sorte toccò a Borsellino pochi mesi dopo), Falcone divenne l’“eroe borghese” usato come scudo da tutti quelli per i quali egli rappresentava la “cattiva coscienza”, gli stessi che dopo la sua morte diedero vita al Movimento antimafia nel nome della legalità, della difesa delle istituzioni, dello stato e dell’ordine costituito.Nessuno ha mai posto l’accento su quella che, invece, è una realtà molto semplice: la mafia non è l’“antistato”, né un potere occulto o parallelo.
Al contrario, le mafie sono strutture assolutamente compenetrate e assimilate al sistema di potere dominante. Se non ci fosse lo stato non ci sarebbero neanche le mafie. E a dimostrazione di ciò si potrebbe fare un elenco infinito di politici, burocrati, funzionari che – in Sicilia e non solo – hanno avuto o hanno ancora rapporti organici con Cosa Nostra e le varie mafie. Non è un caso che lo stesso Falcone ebbe a dire, una volta, che i magistrati la mafia li ammazza prima dentro i palazzi del potere e poi fuori.
Negli ultimi anni, la retorica e l’esaltazione dello stato, della legalità e delle forze di polizia come unico e solo antidoto al potere mafioso hanno spianato la strada a una concezione blindata della società in cui non c’è via di scampo: o stai dalla parte dello Stato e delle sue leggi, o sei un criminale. In questo modo, anche il dissenso e l’opposizione sociale sono entrate più facilmente nel mirino della repressione: se la legge dello Stato ha sempre ragione e se tutto ciò che non rientra nella legalità è di per sé criminale, allora non c’è spazio per chi si oppone alle leggi sbagliate e alle tante ingiustizie che affliggono la nostra società.
Il culto acritico della legalità in quanto tale ha dato, negli anni, i suoi frutti avvelenati: i centri di internamento per immigrati “irregolari”, le leggi sulla flessibilità che hanno precarizzato e disintegrato il lavoro, le leggi sulla sicurezza che hanno militarizzato le nostre vite restringendo pesantemente tutti gli spazi di libertà ed espressione.
Fare antimafia non significa appiattirsi sulle leggi o sulle istituzioni.
La lotta alla mafia è, prima di tutto, lotta alle ingiustizie sociali perché la mafia prospera sul bisogno delle persone, è lotta per i diritti e la redistribuzione delle risorse. Lottare contro le mafie significa rifiutare la logica della delega senza cedere ai ricatti dei politici che chiedono i voti in cambio di promesse che non manterranno mai. Le mafie si combattono alzando la testa contro i quotidiani soprusi di tutti quelli che comandano: padroni, mafiosi, politici.
Le mafie si combattono con la solidarietà di classe, con l’azione diretta, con l’internazionalismo delle lotte.
Se non si capisce questo, le cose non cambieranno mai.





Coordinamento Anarchico Palermitano

NO "MUOS"

La Federazione dei Comunisti Anarchici Sicilia, esprime tutta la sua solidarietà militante alla popolazione in lotta contro l’istallazione a Niscemi in contrada Ulmo , all’interno della riserva Naturale, delle antenne del MUOS

Il MUOS è un sistema planetario di comunicazioni satellitari – le cui onde elettromagnetiche ad altissima frequenza andrebbero ad aggravare ancor di più la già grave deturpazione, naturalistica e ambientale, della riserva e di tutta l’aria del comprensorio, visto che sin dal 1991 nella riserva e presente una delle più grandi stazioni ( esistenti al mondo ) di telecomunicazione della marina americana (united states navy) formata da ben 41 antenne che emettono onde con valori di inquinamento superiori a quelli previsti.

Ancora una volta, devastazione, il capitale tramite i suoi stati con i loro eserciti, nella logica del potere e del profitto, impone le sue regole di dominio.

Ancora una volta, l’industria della guerra prolifera di guadagni, a discapito di qualunque logica di reale interesse sociale come la salute , il lavoro, la tutela dell’ambiente.

Ancora una volta macchine da guerra, utili solo al sistema di potere e a garantire maggiormente paura e controllo sociale.

Mentre continua la strage dei morti sul lavoro e dall’inquinamento industriale, con la complicità dei governi, che svendono la salute e l’esistenza stessa di intere popolazioni, per i loro unici interessi di profitto e di potere.

Solo attraverso la gestione diretta e dal basso, sarà possibile uno evoluzione sociale che con una riaffermata solidarietà e coscienza di classe a prassi libertaria, ci porterà a gettare le basi per una società di libere/i e uguali .

http://www.fdca.it/
http://fdcanissoria.blogspot.com/
http://fdca-palermo.blogspot.com/
Redazione Alternativa Libertaria Siciliaalternativalibertariasic@email.it f.i.p.

mercoledì 13 maggio 2009

Alternativa Libertaria Sicilia - maggio 09 -


Leggi - Scarica - Diffondi

pag 1 CONTRO LA MAFIA LO STATO IL CAPITALE: AZIONE
DIRETTA!

pag 2
LODE ALLE DONNE AFGANE

pag 3
Franco Serantini anarchico di vent'anni
moriva a Pisa il 7 maggio 1972.

pag 4
PRIMO MAGGIO: DIFENDERE, ALLARGARE E CONDIVIDERE LE LOTTE

pag 5 Basta Morti sul Lavoro

pag 6
I sette operai della Thyssen-Krupp uccisi di nuovo dai giornalisti italiani che non scrivono

pag 7 NON VAT

pag 8 La propaganda governativa anche al cinema




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lunedì 4 maggio 2009

Solidarietà alla Federazione Anarchica Italiana

La Federazione di Comunisti Anarchici valuta con estrema preoccupazione quanto sta avvenendo in un processo istruito a Terni, nel corso del quale il Pubblico Ministero avrebbe definito la “Federazione Anarchica Informale” come il braccio armato della Federazione Anarchica Italiana.

Questo tipo di affermazione rientra nel modo di operare classico delle polizie di ogni parte del mondo che sono costantemente impegnate a criminalizzare ogni comportamento di antagonismo sociale, riducendolo ad azione terroristica e/o insurrezionale.

La Federazione dei Comunisti Anarchici, le sue sezioni territoriali, i suoi militanti
- esprimono la propria piena solidarietà ai compagni ed alle compagne della Federazione Anarchica Italiana
- denunciano come ancora una volta lo Stato, per legittimare il proprio atteggiamento persecutorio e repressivo nei confronti di chi ha un'altra idea della giustizia sociale e della libertà, ricorra all'inganno ed alla menzogna pretestuosa, alla caccia all'anarchico
- rilevano con preoccupazione come, con tali teoremi giudiziari, si tenti di infangare e criminalizzare quell'azione costante, continua e consapevole dei militanti anarchici della lotta di classe, presenti e ben visibili sul posto di lavoro e nel sociale, pronti a rivendicare ogni giorno con la loro azione antagonista e di classe il diritto degli sfruttati di emanciparsi dal bisogno, a costruire dal basso la democrazia diretta con organismi pubblici e trasparenti, autogestiti e federati
- ribadiscono che i metodi di lotta degli anarchici nelle lotte sociali sono noti, certamente non graditi ai padroni, e hanno come obiettivo prioritario il soddisfacimento immediato e futuro dei bisogni di lavoratrici e lavoratori, la difesa di precari, immigrati, donne, quali fasce più deboli del mercato del lavoro da uno sfruttamento sempre più brutale.

- respingono qualsiasi tentativo di confondere le strutture formali, l'attività politica del movimento anarchico organizzato in Italia con qualsiasi sedicente "Federazione Anarchica Informale"

Uniti nel metodo libertario di azione e nella solidarietà di classe, questa stessa solidarietà esprimiamo con forza alla FAI anche in questa occasione.

Federazione dei Comunisti Anarchici" - Segreteria Nazionale

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