lunedì 8 dicembre 2008

Grecia in fiamme per un ragazzo ucciso dalla polizia

Non sono bastate le dimissioni minacciate da due ministri, respinte dal
premier Costas Karamanlis, né l’arresto di due poliziotti con l’accusa
di omicidio. L’uccisione di un sedicienne anarchico ad Atene, sabato
notte, ha incendiato la protesta in tutta la Grecia. Scontri e
devastazioni sono andate avanti per tutta la giornata di domenica in
varie città del Peloponneso, nella capitale e anche nelle isole più
grandi come Creta.

Tutto è iniziato sabato notte attorno alle dieci di sera nel quartiere
Eksarchia, roccaforte della sinistra antagonista, dove già nell’85 un
ragazzo di 16 anni fu ucciso – Michalis Kaltezos dalla polizia durante
un blitz. Una pattuglia con due agenti a bordo è entrata nel quartiere
provocando una reazione nei giovani che hanno lanciato sassi e bottiglie
vuote contro i due poliziotti. Secondo siti come Indymedia e Infoshop
News e i blog militanti dell’area antagonista non sono inizialmente
lanciate molotov e i due agenti facevano parte della neonata unità
d’elite della polizia greca chiamata Blue Suits e il loro ingresso nel
quartiere è stato visto come una provocazione.

Quando i poliziotti si sono visti bersagliare dalla sassaiola – sempre
secondo il racconto – sono usciti dall’auto e hanno iniziato a sparare
granate stordenti dette flashbang grenetes e colpi di pistola. Uno di
questi proiettili ha colpito un ragazzo di 16 anni allo stomaco che è
morto dopo un quarto d’ora all’ospedale Evangelismos di Atene dove nel
frattempo si era radunata una folla di giovani che si è di nuovo
scontrata con la polizia.

Gli scontri si sono estesi ad altre zone della città e sono andati
avanti fino al mattino. L’Università è stata occupata, i giovani hanno
preso di mira stazioni di polizia, sedi di banche, negozi, auto
parcheggiate, incluso sei della polizia che sono state date alle fiamme.
Sempre nel corso della notte la protesta è scoppiata anche in altri
centri. Per riprendere ancora più estesa nel pomeriggio di domenica , da
Salonicco a Patrasso, da Iraklio a Sparta, da Alessandropoli a Volos. Si
calcola che solo ad Atene tremila giovani abbiano assaltato 31 negozi, 9
banche e dato alle fiamme decine di auto e cassonetti, provando a
colpire anche le sedi delle istituzioni come il Comune.

Dieci persone sono state arrestate, cinque di loro con l'accusa di aver
rubato beni sottratti ai negozi distrutti. Oltre 25 agenti della polizia
sono rimasti feriti, uno di loro è stato ricoverato in ospedale in gravi
condizioni.

Nel frattempo la protesta ha scosso anche i palazzi. Il governo
Karamanlis ha tremato. Il premier Costas Karamanlis ha assicurato che i
responsabili dei disordini saranno puniti con severità e ha respinto le
dimissioni di due ministri, tra cui ministro dell'Interno, Prokopis
Pavlopoulos.

I due agenti che sono entrati sabato notte nel quartiere Eksarchia sono
stati accusati di omicidio. Si difendono dall’accusa sostenendo di aver
sparato in aria e che un proiettile è rimbalzato su un cartello stradale
in ferro. Ma il procuratore, prima che si avessero i risultati
dell'autopsia e dell'esame balistico, sulla base di alcune
testimonianze, secondo cui l'agente avrebbe sparato direttamente contro
il giovane, ha accusati un agente di omicidio volontario e il suo
collega di complicità.

07 Dic 2008

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