lunedì 20 aprile 2009

Comunicato della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro




Dopo la Thyssen...oltre la Thyssen...la linea di classe unitaria e di massaIl metodo della Rete vince la sfida e prosegue il suo cammino.In 5000 a Taranto (1000 per la questura e parte della stampa e tv locali chehanno dato grande risalto alla manifestazione) in una forte e spettacolaremanifestazione e in una bella e toccante assemblea finale in piazza.

Un lungo serpentone colorato di bandiere rosse guidato da donne proletarie ecentinaia di scatenatissimi giovani operai dell'Ilva, mai scesi in piazzaprima d'ora così compatti e combattivi convinti dalla linea e dalla prassiunitaria e intransigente applicata nella costruzione della manifestazione diTaranto.

E' stata una manifestazione realmente nazionale con lavoratori eassociazioni arrivati da Palermo e da Trento, da Torino e da Taranto,Marghera, Bologna, Ravenna, Perugia, Molfetta, Roma, Bari e Napoli.Tutti insieme, operai e lavoratori diverse organizzazioni sindacali,associazioni di familiari delle vittime del lavoro e centri sociali,militanti di partiti e organizzazioni e le punte avanzate delle universitàin lotta nei mesi scorsi.

Una manifestazione difficile da realizzare in unacittà del "profondo" sud. Un grande spinta dal basso in forma totalmenteautorganizzata tra le diverse forme dello sfruttamento che si sonoricomposte in unica posizione di classe.Abbiamo anche reso la "questione Riva" una battaglia nazionale.

Un padrone che i compagni di Taranto della nostra rete dello slai cobas per il sindacato di classe avevano sfidato da tempo quasi in solitudine numeri ecifre alla mano.

Lo slogan "Riva assassino", gridato spontaneamente dacentinaia di tarantini alla manifestazione, fanno capire perchè il padroneaveva giustamente percepito come un pericolo quella denuncia. Ora bisognafarne una questione nazionale e di classe piena insieme ai molti comitati dilotta dei lavoratori, comitati di quartiere e strutture territorialiambientaliste presenti alla manifestazione.

Il ponte simbolico tra la Thyssen di Torino e l'Ilva di taranto, chesembrava impossibile, è divantato sabato 18 aprile realtà in carne e ossaformato dagli operai che si sono incontrati al di fuori degli accordi osostregni del sindacalismo sia confederale che di base colpevolmente"distratti" su questa mobilitazione dal basso che va avanti da mesi e cheproseguirà il proprio percorso.

Sabato si sono finalmente incontrati in piazza e non in televisione ifamiliari di alcune delle più importanti realtà delle morti sul lavoro(Thyssen, ILVA, Umbria Olii, ecc...). Ma abbiamo anche formalizzato un nessopratico e di lotta tra le morti sul lavoro e la lotta contro precarietà,cassintegrazione, nuova contrattazione nazionale, attacco al diritto disciopero e estensione dei diritti ai precari.

La presenza del Sindaco di Taranto è stato un ulteriore successo di questamanifestazione perchè ha simbolizzato il sostegno della città alla Rete e harappresentato anche un ulteriore sostegno e riconoscimento della battagliadei familiari degli operai morti sul lavoro.

Siamo consapevoli che abbiamo vinto solo un'altra battaglia che rappresentauna tappa di un percorso di lunga durata.Stiamo costruendo la rete passo dopo passo rispetto una prassi parolaia diaddetti ai lavori e di sole denunce mediatiche su un tema così drammatico ecentrale nella lotta contro il sistema di sfruttamento capitalistico ed isuoi governi.

Abbiamo dato a tutti, senza alcuna discriminazione e con la massima buonaintenzione, la possibilità di schierarsi e tanti lo hanno fatto con adesionimassicce andate anche oltre quelle già significative della riuscitamanifestazione del 6 dicembre scorso.

Ma soprattutto vogliamo sotolineareuna partecipazione, al di là delle adesioni formali, ancora più combattiva esolida in una manifestazione in cui tutti si sono sentiti protagonisti epromotori. Con il metodo e la linea che questa Rete ha scelto sindall'inizio.A Taranto ora siamo più forti e autorevoli nella battaglia in quella che èattualmente la più grande fabbrica del nostro paese (per operi diretti eindotto), il primo stabilimento siderurgico d'Europa e uno dei primi 10 almondo. In una città dove c'è anche l'ENI e la più grande Base militareitaliana che si affaccia nel mediterraneo a sostegno delle guerre USA eNato.

In una regione segnata dai petrolchimici assassini e semi-dismessi diManfredonia e Brindisi.Ma ora dobbiamo ulteriormente rilanciare il percorso a livello nazionaleverso nuove scadenze e fronti di lotta.Dalla manifestazione di taranto siamo usciti con l'impegno a rilanciare lapiattaforma della manifestazione e della Rete verso uno sciopero generalenazionale.

Allargheremo ulteriormente il lavoro sul campo in queste settimane a partiredalle manifestazioni del 1° maggio e in tutte le scadenze e iniziative dilotta previsti (dai processi esemplari contro la Thyssen, Eternit, UmbriaOlii e tutti gli altri).

Avvieremo la costruzione di una nuova assemblea nazionale per il 27 giugno aRoma con incontri preparatori territoriali e regionali a Palermo, Taranto,Napoli, Roma, Ravenna, Milano, Bergamo, Marghera, Torino, e ovunque saràpossibile, per pianificare in autunno nuove iniziative nazionali. Inparticolare pensiamo a una lotta sul "caso Eternit" a Casal Monferrato e una

nuova giornata di lotta con mobilitazione nella prima decade di dicembre.

Da questa assemblea dobbiamo uscire con la definizione di questiappuntamenti, ma anche con nuove proposte per la costruzione della rete edella lotta tra i lavoratori immigrati e per formare una struttura diservizio


----- > la Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

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