domenica 7 giugno 2009

QUALE COSCIENZA DI CLASSE?



Da qualsiasi parte arrivino i finanziamenti, Stato, Comunità Europea, Fondo Monetario Internazionale o altro ancora non vi è alcun dubbio, sono soldi pubblici.

E buona parte di questi soldi, sono contributi versati dalla classe lavoratrice grazie ai quali lo Stato dovrebbe garantire il funzionamento, ed il conseguente benessere, di tutta la società.

Ma nonostante i lavoratori abbiano la piena consapevolezza di questo tipo di meccanismo, molti di essi ancora considerano questi fondi non come una riserva da utilizzare per il bene comune, ma come un qualcosa da elemosinare al padrone di turno pur di ottenere quel diritto al lavoro (anche se spesso in nero e con conseguenze catastrofiche, in termini di “morti bianche”).

Ed è proprio su questo aspetto che il Potere, con l’aiuto di quei politici collusi con la mafia, si rafforza e continua imperterrito a sottomettere la classe lavoratrice obbligandola a rinunciare, anche grazie a leggi repressive studiate ad oc, a quella coscienza di classe tanto pericolosa per i loro interessi. Per fare un esempio fra i tanti, prendiamo il settore foreste demaniali in Sicilia. L’Azienda, che rispetto alle altre regioni d’Italia vanta il più alto numero di impiegati, tra lavoratori a tempo indeterminato (OTI) e lavoratori a tempo determinato (OTD) per una superficie boschiva nettamente inferiore a tutte le altre aree nazionali, non solo sperpera palesemente i finanziamenti concessegli con progetti che spesso non arrivano mai a buon fine ma addirittura, non tenendo conto in modo scrupoloso del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) e del CIRL (Contratto Integrativo Regionale del Lavoro), costringe i lavoratori a lavorare in condizioni primitive e disumane.

Oltre a questo è riuscita a creare, negli anni, un ambiente dove il clientelismo/elettorato fa da padrone.

Tutto ciò, ovviamente, con il benestare dei sindacalisti i quali insieme ai dirigenti dell’Azienda, guardie forestali, politici, familiari e amici, spesso usano le proprietà demaniali per grandi abbuffate culinarie (logicamente a spese dei soliti operai “lecca culo”).

Ma la cosa peggiore è vedere, nonostante tutto, la maggior parte dei lavoratori essere completamente indifferenti, come se la questione non li toccasse minimamente.

Vedere come hanno rinunciato così facilmente a lottare, pur di mantenere quel poco concessogli. Vedere come hanno rinunciato alla propria identità di classe, alla propria coscienza di classe, senza la quale non si otterrà mai nulla.


F.sco63

Nessun commento:

Lettori fissi