domenica 7 giugno 2009

" SONO TEMPI CALDI "

Sono tempi caldi, caldi per la repressione che sempre di più si fa sentire sulla pelle di chi vuole manifestare un pensiero di dissenzo verso il sistema, verso il dominio dello Stato e del capitale.

Che la repressione non è mai sparita lo sappiamo bene, ma sembra che ci siano fasi e fasi, e sembra proprio che in questa fase l'azione di repressione sia fondamentale per le strutture statali per reprimere tutti coloro che osano andare oltre e non accettano di assoggettarsi al pensiero unico che il governo vuole imporre.

E questa repressione si vede con le identificazioni, con i pedinamenti e in fine con le manganellate e la violenza fisica a chi osa manifestare, così come è successo a Palermo il 23 maggio a un gruppo di lavoratori della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, che conduce a Palermo la battaglia affianco dell'operaio Salvatore Palumbo che è stato licenziato dalla Fincantieri per la sua denuncia alle condizioni di inesistente sicurezza per i lavoratori all'interno delle strutture di lavoro, e propio a lui hanno tentato di negare il diritto di esporre lo striscione di denuncia, o ancora a un gruppo di lavoratori del Cobas scuola che esponeva uno striscione che ormai da anni viene portato alle manifestazioni per la commemorazione della strage di capaci, che sono stati privati dello striscione e aggrediti da agenti della digos locale e una volta portati in questura denunciati con capi di imputazione come “vilipendio allo stato”.


Già quello Stato democratico che in nome del potere politico e del capitale reprime con la forza tutti i dissenzi, quello Stato repubblicano ed antifascista che ha permesso e permette a partiti e a persone dal passato e dal presente chiaramente fascista di presiedere la camera, questo Stato che combatte così tanto contro la mafia da permettere il sequestro da parte dei suoi funzionari di uno striscione che recita lo slogan “La mafia ringrazia lo strato per la morte della scuola pubblica”, già perchè non vogliono farci dire la verità, la morte della scuola pubblica e di quello che significa la pari istruzione a tutti e il pane per la mafia che sull'ignoranza e la diseguaglianza cresce, e sempre lo stesso Stato che permette a persone dai chiari e ben conosciuti legami mafiosi di stare in senato, in parlamento e alla camera, ma non è nuovo il fatto che lo Stato faccia gli interessi della mafia essendo l'uno congeniale all'altro.


La repressione che si fa sentire sulla pelle di chi osa manifestare per migliori condizioni di lavoro, non sia mai che lo stato permetta ai lavoratori di ribbellarsi ai loro padroni, ma non importa se i lavoratori muoiono come alla saras di Sarroch in sardegna, già perchè tutto è lecito pur di garantire la protezione al potere economico capitalista.


E la repressione non si ferma ai confini nazionali, no, perchè le polizie politiche e le intelligence collabborano tra loro a livello mondiale per permettere la repressione dei sovversivi in tutto il mondo, così come sta succedendo in Cile dove la caccia all'anarchico da parte del governo del presidente socialista Michelle Bachelet Jeria, che ordina alla sua polizia di sgomberare le case occupate da anarchici nella capitale Santiago del Cile: La Idea, cueto con andes, Sacco e Vanzetti, e da chiudere alcune facolta delle università che sono più attive e noti luoghi di impegno per i movimenti politici e sociali. E ancora una volta la morte colpisce il movimento anarchico, questa volta ad essere morto è Mauricio Morales un giovane militante di 27 anni, morto come sempre in circostanze misteriose che caratterizzano sempre la morte dei compagni, che secondo la versione ufficiale delle autorità cilene è stato autore di un, in diverse situazioni già sentito dire, "suicidio terroristico" ai danni della scuola della Gendarmeria ovvero il luogo dove si addestra la polizia penitenziaria cilena, lo stesso "suicidio terroristico" che ha colpito il movimento con la morte di Peppino Impastato e ancora prima di Feltrinelli.


E ancora una volta ci vengono in mente tutti quei compagni che anno pagato con il sangue o con la libertà il loro impegno politico, e ricordandoli giuriamo di non arrenderci e di lottare sempre al fianco dei lavoratori, degli oppressi e degli sfruttati, per la creazione di una società diversa, perchè trionfi l'uguaglianza economica e la libertà, per l'anarchia e per il comunismo.

Roberto x La Sezione “Delo Truda” FdCA Palermo – Sicilia.

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